Da Sky ad Harvard, la newsletter vince.

Sarà perché garantisce continuità nel tempo, sarà perché propone una comunicazione più ‘rilassata’ rispetto al flusso incalzante dei social media, la newsletter vive una seconda giovinezza. Peccato non approfittarne.

Cominciamo dalla newsletter di Sky: più di 2 milioni di invii quotidiani con oltre 400 mila aperture medie da parte dei destinatari, numeri di una newsletter molto apprezzata, che ha centrato un’esigenza reale del pubblico, quella della ‘selezione’ di informazioni.

Si chiama Sky Evening News e racconta la giornata in 10 notizie tra cronaca, politica, sport, economia, previsioni meteo e curiosità dal mondo dello spettacolo, compresi i temi del lifestyle, della tecnologia e del gossip. L’appuntamento con la newsletter è fisso e regolare, dato fondamentale per la costruzione di una consuetudine e quindi di un legame con lo strumento e il brand che lo produce: ogni sera, dal lunedì al venerdì, intorno alle ore 18.

La newsletter di Sky ha successo perché offre ai lettori una selezione di notizie su cui poter concentrare la propria attenzione, al riparo dalla sovrabbondanza di informazioni che circola in rete e soprattutto sui social. Un’esigenza sempre più sentita e già registrata dai ricercatori statunitensi, che ha portato la Harvard Business Review a parlare di «trionfante ritorno delle newsletter».

Il fenomeno è emerso negli Stati Uniti, da cui – possiamo giurarci – si propagherà presto anche in Italia, e conduce a un rinnovato interesse nei confronti della e-mail come strumento da opporre al flusso continuo della comunicazione social, dove i contenuti ‘scompaiono’ in pochi secondi. La newsletter diventa quindi il luogo privilegiato per diffondere notizie e approfondimenti che andrebbero altrimenti perduti nell’oceano dei social e che hanno bisogno di un contesto più ‘protetto’ per farsi apprezzare dal destinatario.

Ma cosa significa questo per una piccola o media impresa? Significa imparare a differenziare i messaggi a seconda del canale utilizzato e considerare l’opzione newsletter per diffondere contenuti di qualità utili a promuovere il brand. Con continuità, ovviamente.

Fonti: Wired.

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